martedì 15 aprile 2008

E adesso chi non ha voglia, se ne vada!

Sono delusa, amareggiata, incazzata! Non ho nessuna voglia di limare le frasi per risultare meno cruda. Mi sento ferita, profondamente, da quello che sta succedendo.

No, non mi riferisco alla vittoria di Berlusconi, quella me l'aspettavo, non ho mai pensato neppure per un secondo che fosse evitabile...
Parlo di noi, della Sinistra che non esiste più in Parlamento, di quelli che già dicono che adesso possono tornare per i fatti propri...

Una cosa alla volta, però, perché la mia confusione mentale non è una giustificazione valida per scrivere cose incomprensibili (ma forse lo sto già facendo..)

Perché brucia tanto non essere in Parlamento? Beh, per me è questione di rappresentanza: bella la partecipazione dal basso, i movimenti, le manifestazioni ... ma visto che non possiamo sederci in 57 milioni intorno ad un tavolo per decidere cosa fare, è necessario delegare a dei rappresentanti (non una delega in bianco, sia chiaro! piuttosto un appoggio a determinati punti programmatici, e un controllo continuo che il delegato non tradisca il suo mandato!). Il popolo italiano, che evidentemente non ha capito nulla né di cosa stava votando, né del modo (è lampante che gli elettori non hanno idea di come funzioni l'attuale sistema elettorale), e ha deciso di essere un popolo tendenzialmente di destra, filo-imprenditoriale, razzista, sessista, ignorante... E ha deciso che noi che ancora ci dichiariamo di sinistra siamo troppo pochi per essere rappresentati!

Io sento il bisogno di essere rappresentata, e sento il bisogno di ricostruire in Italia una (UNA!!!) sinistra grande, forte, seria e rappresentativa. Una sinistra che abbia voglia di perseguire un modello di società e di economia più giuste e più eque. Una sinistra che abbia voglia di dare reali spazi di partecipazione e di discussione a chi vuole impegnarsi in questo progetto.

Io voglio continuare con il progetto di una sinistra unita. Voglio discutere in maniera aperta e democratica con tutti quelli che hanno le mie stesse intenzioni, anche se non necessariamente le mie stesse idee. E voglio sapere, ora, chi ci sta e chi non ci sta. E chi non vuole starci, chi sta già pensando di tornare al proprio destino solitario, chi è più preoccupato di altro piuttosto che di ridare vita e speranza alla sinistra in Italia, per me può anche andarsene ora...

4 commenti:

Paolo Candela ha detto...

Condivido tutto quello che ha scritto Marta e oltre a sottoscriverlo, rilancio!
Facciamo noi dei punti su cui iniziare a parlare, organizziamo tavoli (e seggiole) attorno a cui sedersi e parlarne!
Chiamiamo le rappresentanze sindacali, dei partiti, dei comuni, di chi vogliamo, e parliamone!

Ricostruiamo le idee e la base culturale, cerchiamo quali sono i valori che vogliamo portare avanti e scriviamoli!

Da lì si può costruire tutto quello che vogliamo!
P.

si-culo ha detto...

E' arrivata la mazzata. Sto ancora cercando di elaborarla.
Sì, c'è l'autocritica, c'è il dover ricominciare, c'è forse però anche il bisogno di trasformare questa Caporetto in un'occasione per fare sintesi, per sfoltire, per ricominciare umilmente a imparare da quei luoghi e quei margini nei quali diciamo di identificarci ma che non sono la nostra base.
Non voglio sentire le rappresentanze, voglio sentire le persone, gli operai, i precari e le precarie, i famosi "pensionati&casalinghe". Voglio imparare a capire perché rispondono agli appelli sulla sicurezza e non a quelli sulla solidarietà sociale. Voglio indagare e smantellare le ragioni che i deboli si danno per votare a destra. Perché è evidente che a loro non siamo riusciti a dire assolutamente niente.

JJC.Ektore ha detto...

"A Bologna raddoppia i voti e alla Fiat Mirafiori aprirà una sezione..." così sta aprendo il Corriere della Sera di oggi. Insomma, le elezioni hanno ufficilamente consacrato la Lega Nord come il nuovo partito dei lavoratori, capace di esprimere (a modo suo, LOGICO) le richieste di sicurezza sociale e stailità economica che arrivano proprio dall'ex elettorato della Sinistra. Abbiamo una sola missione a questo punto; e lo dico da una regione in cui i Piddini stanno cominciando a borbottare contro il Governatore Vendola; lo dico da Giovane di un Partito che a luglio vedrà il suo nuovo congresso, con una Rifondazione forgiata nello scontro nascituro tra Paolo Ferrero e i "bertinottiani". Nessuno, finora, PDCI a parte, ha messo in dubbio la liceità del progetto della Sinistra Unita. Credo spetti alle dirigenze nazionali dire COME si attuerà questo progetto: cioè con un Partito unico o con una evoluzione graduale. A noi spetta riferire i CONTENUTI: COSA deve esprimere la Sinistra Arcobaleno? Abbiamo capito che, ormai, i "NO" rabbiosi non servono e non fanno crescere la realtà in cui ci troviamo. L'appello di Marta ha tutta la mia condivisione: COMPAGN*, DOBBIAMO RILANCIARE IL DADO! Sarà un'operazione rischiosissima, andremo a perdere, ma come ebbe a dire Ernesto Che Guevara: CHI LOTTA PUO' PERDERE, CHI NON LOTTA HA GIA' PERSO! Eppoi...last but not least... 1milione di persone confidano in noi, e alle amministrative non stiamo andando malaccio...morale della favola: QUESTO SI PUO' FARE! A presto, bella gente!

Holly -NES- ha detto...

Credo che la strada per una "nuova" sinistra sia una sola.
Ricominciare a ragionare, a confrontarsi, a vivere in mezzo a quei gruppi di cui dovrebbe portare avanti le tematiche (non come slogan belli e futili ma come vere battaglie.)
Io ci sono, perchè non riesco a pensare a un'Italia senza quel sentimento partigiano che ci ha permessi di liberarci dal nazifascismo. Il problema è soffiare via la polvere che comincia a formarsi su quegli ingialliti album e riscoprirci amanti.
Amanti dei più deboli e delle loro battaglie.
Amanti dello stare insieme e del cooperare.
Amanti del lavorare UNITI per un soggetto che ci deve essere.
E secondo me, siamo noi giovani a dover dire che sinistra vogliamo.
Un saluto partigiano.
Dario