sabato 18 ottobre 2008


CHI TAGLIA L'UNIVERSITA'
TAGLIA PISA



Manifestazioni, occupazioni, cortei, assemblee e lezioni in piazza. L’Università è in subbuglio da giorni. Studenti, ricercatori, precarie, professori: tutti dibattono e protestano.
Perché questa protesta riguarda anche la città? Il legame tra Pisa e la sua Università è ovvio. Inutile negare che spesso è anche conflittuale. Ma sta succedendo qualcosa che farà cambiare tutto ciò in peggio, per sempre.
Decine di migliaia di studenti, ogni giorno, spendono, mangiano, comprano, affittano. Migliaia di dipendenti fanno lo stesso con gli stipendi universitari, che in larga parte arrivano dallo stato. Se ci aggiungiamo l’edilizia universitaria e i convegni, possiamo stimare (al ribasso) in 500 milioni di euro i soldi che l’Università fa girare a Pisa ogni anno.
Questo è l’ovvio. Dietro ci sono il lavoro, le persone, le piccole attività economiche di chi vive grazie ad un’università pubblica, libera e di massa: copisterie, librerie, supermercati, case editrici, giornali. Altri stipendi, certo, ma anche altre attività culturali, incontri, dibattiti, musei, mostre, turisti. Per non dire dell’Ospedale e dei suoi specializzandi o delle imprese che fanno ricerca sfruttando i tirocinanti e gli stagisti.
Pur con molte contraddizioni, questo rende Pisa viva e ricca.
La legge 133, che sarà presto inclusa nella finanziaria, stravolge questo scenario. Mette il pubblico nelle mani di un privato che non c’è. Taglia i fondi. Smette di investire su Pisa e su decine di città universitarie italiane. Taglia il personale e farà pagare di più agli studenti e alle loro famiglie. Due cose che, sommate, li faranno scappare.
Certo, molte sono le cose da cambiare. Ma un’università malata si cura, mentre non c’è niente da fare una volta che l’università è morta.
La 133 uccide. Fermiamola.

GIOVEDÌ 23 OTTOBRE MANIFESTAZIONE CITTADINA
CONCENTRAMENTO E PARTENZA
PIAZZA S. ANTONIO ORE 15

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