Un dirigente di Sinistra e Libertà ha inoltrato la nostra campagna (post precedente) a tutta la sua mailing list.
Siamo felici che la condivida.
Tra i suoi contatti, anche gli assessori.
Uno di loro gli ha risposto. Abbiamo colto lo spunto e scritto una lettera aperta, ripresa oggi da PisaNotizie (qui). La proponiamo per intero sul blog, qua sotto. Ovviamente non pubblichiamo la lettera dell'assessore per tenere un minimo di riservatezza (e vi rimandiamo all'articolo per leggere parte del contenuto) e perché, sebbene destinata a noi, era comunque indirizzata ad altri.
Per completezza, si sappia che anche un ex sindaco e la stazione Leopolda hanno fatto pervenire le loro risposte.
Ah, contrariamente a quanto riportato da Pisanotizie, non siamo la giovanile di SeL, ma ancora della defunta SinistraArcobaleno, che a Pisa ha pur sempre i suoi tre consiglieri comunali.
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Gentile assessore Forte,
ci è stata inoltrata l'e-mail con la replica alla nostra azione di adbusting sulla campagna del Comune "Pisa by night". Ci pare oltremodo opportuno cogliere questo spunto d'intelocuzione con una lettera aperta, giacché non c'è, nella nostra iniziativa, la mera volontà di denigrare gratuitamente quella campagna.
Al contrario, pensiamo che la convivenza civile e la qualità della vita siano temi da discutere con cura e modalità appropriate, perchè il wildiano "purché se ne parli" non è per noi sufficiente - o forse non siamo abbastanza dandy. È dunque d'obbligo sollevare importanti obiezioni a quanto fatto. Uno dei problemi di questa campagna è che afferma delle ovvietà - e lo fa a tratti in modo grottesco. Ovvietà che, in quanto tali, non c'era bisogno di affermare nei volantini e ribadire nella sua e-mail. Tutti sappiamo che non è né giusto, né civile, né bene né corretto parcheggiare in doppia fila e orinare contro i muri. Lo sa anche chi lo fa. Ripeterglielo, anche con un disegnino, non lo farà smettere. Ma come si scoraggiano questi comportamenti?
Lo strumento-ombrello, quello che sembra valere sempre, per tutto, è il multone: dal grande potere deterrente, poco impegnativo sul piano delle energie creative necessarie a pensarlo, ha lo svantaggio di richiedere un po' troppe forze di polizia per essere reso davvero operativo, e al limite diventa troppo costoso. Fra l'altro, i poveri poliziotti che lo fanno si creano anche una cattiva fama.
Probabilmente, invece, bisogna ricorrere ad altri strumenti e considerare che ciascuno di questi comportamenti ha bisogno di campagne mirate e specifiche. E qui vanno fatte altre due osservazioni. La prima è che non si possono proporre come comportamenti virtuosi robe al limite del fantozziano (dormire nel preservativo, isolarsi nell'iPod); in effetti, è piuttosto rischioso dividere i comportamenti in dannosi e virtuosi tout court, soprattutto quando gli ultimi sembrano ricondursi tutti ad una stilizzata raccomandazione a dormire. La seconda è che quando ci si impegna in una campagna simile si devono fare i conti prima di tutto con i comportamenti più a rischio, anche se meno visibili.
Certo, dice lei, molti comportamenti individuali in centro storico sono esasperanti. Nel senso comune, tali comportamenti sono attribuiti ai giovani che per antonomasia a Pisa sono studenti universitari. E, checché lei ne dica, una campagna volta a incidere sulle pratiche comuni e volta a stigmatizzare i comportamenti di certi giovani ignoti prende di mira, di fatto, noi studenti. In termini di popolazione residente probabilmente contiamo poco, ma oltre cinquantamila giovani su meno di novantamila residenti cominciano ad essere un numero interessante e, probabilmente, un punto di partenza imprescindibile per "equilibrare le diverse esigenze". Eviteremo però il solito argomento per cui "è facile sparare sugli studenti, tanto non votano mica per eleggere il sindaco". C'è ben altro in ballo.
A meno di non volere imporre il coprifuoco, infatti, non c'è modo di impedire alla gente di uscire nelle sere d'estate - che si tratti di residenti o meno. Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato che, dopo una giornata di studio e di lavoro, l'essere umano tende a indugiare nello svago. Si può intercettare e organizzare questa naturale richiesta di svago o ignorarla e, se dà fastidio, reprimerla. In effetti, non è ben chiaro cosa il Comune abbia voluto affrontare. Se bastasse una vignetta per affrontare il problema dello spargimento di urine, ad Amsterdam non installerebbero centinaia di bagni chimici in tutte le piazze ogni estate, e a Parigi non avrebbero rivestito le pareti dei vicoli preferiti dai giovani incontinenti con delle lamine disegnate per... far rimbalzare il getto sull'incauto ometto. Ma, soprattutto, la pipì è il problema o solo il suo aspetto più visibile (o meglio, annusabile)? Importanti studi umanistici hanno poi dimostrato che tra "ignorare" e "affrontare" passa una certa differenza. Ad esempio, il Comune ha ignorato la richiesta di svago - e di svago di qualità. Il Comune ha ignorato che gli spazi universitari sono diventati meno fruibili. Il Comune ha ignorato lo spaccio di droghe pesanti. In una formula, il Comune ha ignorato quella che si chiama "riqualificazione del tempo libero". La gioventù avrà certo le sue ingiustificabili pecche, ma non è possibile neppure giustificare l'assenza di una proposta culturale accessibile e di una proposta sociale con un barlume di senso.
In tempi di magra e tagli ci guardiamo bene dal chiedere la luna, ma basterebbe molto poco per dare un volto alle sere e alle notti pisane. Possibilmente, non un volto contratto in una maschera di disprezzo e acredine, ma uno fatto di luoghi riconoscibili, un Giardino aperto, una Cittadella accessibile, un Bastione vissuto, degli spazi sociali autogestiti messi in condizione di realizzare i loro progetti. Dei conflitti ci saranno sempre, come ce ne sono tra il gestore di un cinema e i condomini del palazzo di fronte. Ma schierarsi unilateralmente senza articolare una proposta e, anzi, restringendola, è un atteggiamento da censore che si appoggia a miseri pretesti. E siccome ignora il problema credendo di affrontarlo, è destinato ad alzare il tiro e i toni per darsi l'aria di star facendo qualcosa. Prima dell'escalation, se non è troppo tardi, la volevamo gentilmente informare che non si può chiudere a chiave la notte.
Cordialmente,
il Network Giovani Pisa
P.S.: apprezziamo comunque moltissimo che si sia ribadito anche in quest'occasione che Pisa è una città gay-friendly e sessualmente libera. A voler essere pedanti, troviamo forse un po' troppo didascalica la scelta di voler trasmettere questo messaggio disegnando degli omini a forma di pene.
Bancuri diverse
6 anni fa